
Da ieri non ci sono più. L’Authority non è intervenuta. La minaccia di Mediaset di “scendere” dal satellite con Canale5, Rete4 e Italia1 si è concretizzata.
Da stamattina al posto dei canali collocati al 104, 105 e 106 del telecomando di Sky (dove c’erano Canale 5, Rete4 e Italia 1, c’è una scritta che dice: “Mediaset ha deciso di oscurare le proprie trasmissioni salttelitari su Sky dei canali Rete 4, Canale 5 e Italia 1. A breve qui potrai vedere un nuovo canale (si parla di Rai4 n.d.r.) e sui Canali 105 e 106 troverai i grandi show di SkyUno e le serie di Fox”. Poi seguono le indicazioni per ricevere i canali Mediaset anche sul satellite, grazie alla Digital key.
La guerra è finita. I telespettatori hanno perso.
L’annuncio dell’addio apparso da giorni su Mediaset
L’annuncio dell’addio alle trasmissioni via satellite è comparso nei giorni scorsi su Canale 5, Italia 1 e Rete 4: “Avviso importante: dal 7 settembre i canali Mediaset non saranno più visibili via satellite su Sky”. Avvertiti i telespettatori, ecco le motivazioni: “In assenza di accordi con Sky per l’uso dei contenuti Mediaset, [i nostri canali] saranno visibili sul digitale terrestre e sul satellite con TivùSat. Gratuitamente”.
Insomma, sembra una querelle industriale, ma la scelta di Cologno Monzese rischia di far perdere audience proprio alle reti del Biscione, che potrebbero registrare un crollo degli ascolti e, dunque, della raccolta pubblicitaria.
La risposta di Sky: da ieri martella con la Digital key
Ma da ieri, domenica 6 settembre, Sky ha cominciato a martellare i suoi abbonati con un annuncio: con la Digital key può non cambiare nulla. Si può portare, infatti, Mediaset sul deocder di Sky: Canale 5 si troverà così al 5004, Italia 1 al 5005, Rete 4 al 5006 del telecomando Sky.
La chiave si può chiedere al numero 199-100400, per gli abbonati della tv satellitare che ancora non ce l’hanno. Se l’iniziativa funziona, il danno è rimediato, per Sky e per i telespettatori. Anche se gli aggeggi elettronici sotto le tv di casa continuano a moltiplicarsi.
Mediaset precisa: “Siamo anche sul satellite di TivùSat”
Lo aveva già detto, come mostra la scritta qui sopra, ma Mediaset sente il bisogno di ribadire che sul satellite c’è, anche se è una satellite molto meno frequentato.
“Tutte le reti gratuite Mediaset – spiega un comunicato – sono visibili anche via satellite con il servizio TivùSat. Per chi abitualmente vede la televisione attraverso servizi satellitari, TivùSat permette di ricevere tutti i canali e non richiede alcun tipo di abbonamento né modifiche all’orientamento della parabola. Tutte le informazioni per collegare il televisore a TivùSat si possono avere sul sito www.tivusat.tv o chiedendo informazioni in qualunque punto vendita di elettronica di consumo (tv, decoder, computer…).
Ogni apparecchio tv, anche se collegato a un decoder satellitare, riceve perfettamente le reti gratuite Mediaset sul digitale terrestre utilizzando il telecomando originale del televisore”. E la guerra continua…
Adiconsum critica di nuovo il silenzio Agcom
Sulla controversia Mediaset-Sky che finisce per penalizzate gli incolpevoli telespettatori, interviene nuovamente l’associazione dei consumatori Adiconsum, che è quella che più si è interessata della vicenda.
“L’annuncio di Mediaset di criptare i propri canali – dichiara Pietro Giordano, Presidente nazionale di Adiconsum (nella foto qui sopra) – riporta alla ribalta la problematica della codifica dei programmi televisivi sulla piattaforma satellitare, più volte da noi segnalata all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ma finora mai risolta con un’appropriata regolamentazione e che è anche in controtendenza con quanto richiesto dall’Europa per lo sviluppo del mercato unico digitale”.
“Anche la rai ha lo stesso comportamento…”
“Oltre a Mediaset – continua la presa di posizione di Adiconsum – anche il servizio pubblico Rai ha lo stesso comportamento.
Molti suoi canali visibili sulla piattaforma terrestre sono criptati sulla piattaforma satellitare per tutta la programmazione. Nel caso dei canali Rai in Hd il problema è ancora più grave, perché sul terrestre è visibile solo un canale in qualità Hd che trasmette una selezione di programmi Hd fra le tre principali reti, non permettendo agli italiani di poter vedere in qualità migliore in chiaro, e quindi gratuitamente, le sue reti principali”.
La disputa sulla Champions di Zdf con Mediaset
“Per non dimenticare – aggiunse Giordano – la disputa fra la Zdf (rete televisiva tedesca) e la Pay tv Premium (Mediaset) per la trasmissione della partita di Champions Lazio-Bayer Leverkusen, che la televisione tedesca ha trasmesso in chiaro dal satellite e codificata sulla rete terrestre dalla pay tv italiana, dimostrando che la stessa era stata acquistata con diritti per tutta l’Europa. La confusione, a questo punto, regna sovrana”.
È evidente – afferma Giordano – che un editore privato compie le proprie scelte e può decidere, per esempio, di non trasmettere dalla piattaforma satellitare, così come è evidente che non possa essere obbligato ad acquistare diritti di visione per tutto il territorio europeo.
Pur, quindi, comprendendo la decisione puramente commerciale di Mediaset, chiediamo all’Agcom: è lecito codificare un intero canale o delle trasmissioni solo per indurre (imporre nel caso si possa utilizzare una sola piattaforma per problemi di ricezione) i telespettatori ad utilizzare una piattaforma trasmissiva a discapito di un’altra o addirittura a promuovere un bouquet invece di un altro? È lecito disattendere il principio della neutralità tecnologica?”.
“Comprare per forza un decoder TivuSat o una chiavetta?”
“È lecito – si chiede polemicamente Adiconsum – non tutelare quei consumatori che per scelta o per obbligo utilizzano la piattaforma satellitare per la visione dei canali e costringerli a mettere mano al portafogli per acquistare un decoder TivùSat o la chiavetta di Sky?”.
Dopo questa rinnovata protesta, c’è la richiesta all’Agcom di fare qualcosa per interrompere questa situazione assurda.
Il nuovo assetto: spunta Rai 4: le notizie precedenti
In ogni caso la notizia sembra confermata ormai al 100%: sul canale 104, a rimpiazzare Rete 4 arriverà da Rai 4, il canale di Viale Mazzini che manda in onda soprattutto film, fiction e approfondimenti sul mondo del cinema. Sul 105 approderà invece Sky Uno. Regna maggiore incertezza sul 106: qui la scelta potrebbe cadere su uno dei due canali forti sulle serie tv, Fox o Atlantic, anche se non è da escludere l’opzione Cielo. Il 108, lasciato libero da Sky Uno, dovrebbe ospitare Mtv, che sul digitale terrestre occupa la posizione 8. In ogni caso, nulla è ancora confermato: secondo quanto riportava ieri sera l’agenzia Adnkronos, nessuna decisione è stata ancora presa in materia da Sky.
Nel passaggio anche 5 canali tematici
Ma perché Mediaset rinuncia a tale posizione di pregio? I ben informati sostengono che si tratta di una reazione al no di Rupert Murdoch all’acquisto di Mediaset Premium. La ragione ufficiale, al di là dei rumors dei bene informati, è il rifiuto da parte di Sky di pagare la ritrasmissioni di Mediaset. Così niente più le 3 ammiraglie via satellite così come scompariranno anche altri 5 canali tematici, Iris, La5, Top Crime, Mediaset Italia 2 ed Extra.
A breve anche la chiusura della vertenza con Youtube
Nessun commento ufficiale da Sky dove tuttavia si torna a premere sul tasto dell’audience, che solo per Canale 5 rappresenta 13 punti percentuali di share. Dunque non è escluso un accordo dell’ultimo minuto con l’impero di Murdoch, un accordo che potrebbe essere concluso più o meno quando si chiuderà la guerra contro Youtube, la piattaforma di video sharing targata Google e accusata di aver infranti i diritti Mediaset riproponendo per frammenti o per intero propri contenuti.
Adiconsum: “L’Agcom intervenga”
“La decisione di Mediaset di criptare la visione dei propri canali dal bouquet di Sky – afferma Pietro Giordano, Presidente nazionale di Adiconsum – danneggia quegli utenti che vedono la televisione solo attraverso la piattaforma satellitare, utenti che, per continuare a vedere i canali Mediaset, saranno costretti ad acquistare il decoder di TIVUSAT, spendendo soldi, e non esercitando il proprio diritto ad utilizzare la tecnologia trasmissiva che più gradiscono.
Lo sbarramento tecnologico messo in atto da Mediaset – dichiara Giordano – rappresenta un ritorno al passato che, ai tempi della banda ultraveloce, degli smartphone sempre connessi e della globalizzazione non solo è anacronistico, ma nasconde ben altro”.
“Lo scontro con Sky danneggia i telespettatori”
Dietro alla decisione di Mediaset di criptare i suoi canali in realtà – sottolinea Giordano – ci sono altri motivi, come quelli di non voler più concedere gratuitamente a Sky la possibilità di inserire i principali canali Mediaset nel bouquet della pay tv satellitare (posizioni 4,5 e 6). Non essendo la pay tv satellitare una piattaforma tecnologica com’è, invece, la trasmissione da satellite, ecco che vengono tagliati fuori tutti coloro che vedono la televisione solo con la piattaforma satellitare.
In un’Europa che ci chiede di avere un mercato unico digitale anche nelle comunicazioni elettroniche la decisione di Mediaset è assurda.
“L’Autorità deve chiarire diritti e doveri di chi trasmette…”
È ora che Agcom faccia chiarezza tutelando i diritti dei consumatori e delle aziende televisive. Deve essere chiarito una volta per tutte cosa e quando una trasmissione televisiva può essere criptata. La scelta di codificare non può essere utilizzata per ragioni concorrenziali o per favorire una piattaforma trasmissiva a svantaggio di un’altra (satellite contro terrestre e viceversa)! Con questa anarchia siamo arrivati all’assurdo che gli italiani in Europa non possono vedere i canali italiani perché criptati. La criptazione normalmente si usa per i canali a pagamento o per quei programmi che non hanno acquisito i diritti per la trasmissione fuori dai confini nazionali (ad esempio, eventi sportivi visibili solo sul terrestre o su TIVUSAT). Alla luce di questo, chiediamo ad Agcom di controllare e di verificare le procedure di criptazione in atto.
Serve un tavolo di confronto con le associazioni dei consumatori
Agcom deve anche chiarire diritti e doveri di chi gestisce i bouquet televisivi e chi è tenuto a pagare per essere inserito nella numerazione del bouquet. Adiconsum – conclude Giordano – chiede ad Agcom l’apertura immediata di un tavolo di confronto con le associazioni consumatori per elaborare al più presto le delibere necessarie per regolamentare il settore. Chiediamo ad Agcom di bloccare la scelta di Mediaset fino a quando non ci saranno regole chiare.