
Il metodo giapponese kotodama - (consumatrici.it)
Sempre più persone si affidano al metodo del Kotodama per il loro benessere. Ecco come funziona quest’arte antica
Il concetto di kotodama che significa “spirito delle parole”, rappresenta una delle idee più affascinanti e significative della cultura giapponese. Questo termine, con radici antiche, è emerso in una società fortemente influenzata dalla spiritualità e dalla natura, dove le parole non erano semplici strumenti di comunicazione, ma entità cariche di potere e significato.
La prima attestazione storica del termine si trova nel Man’yōshū, una delle più antiche raccolte di poesia giapponese, risalente al 759 d.C., che celebra la bellezza e la sacralità della lingua giapponese, considerata un dono divino.
Nel Man’yōshū, il Paese di Yamato è descritto come una terra di divinità (i Kami), dove il kotodama è visto come una forza portatrice di fortuna. Questo legame tra le parole e il divino è alla base di una visione del mondo in cui il linguaggio è un mezzo per interagire con il sacro e il trascendente. La parola giapponese koto (こと), che significa sia “parola” sia “cosa”, riflette una concezione olistica della realtà, in cui l’atto di parlare può influenzare concretamente il mondo circostante.
Il metodo del Kotodama
L’idea di kotodama è profondamente intrecciata con la religione tradizionale giapponese, lo shintō, che attribuisce un carattere sacro a ogni aspetto della natura e della vita quotidiana. Le parole possiedono una forza intrinseca capace di modificare la realtà. Le preghiere, i discorsi imperiali e la poesia erano animati dallo spirito delle parole, le quali, se pronunciate correttamente, avevano il potere di:

- Materializzare desideri
- Influenzare eventi
- Controllare elementi naturali come fulmini e terremoti
Le parole positive erano associate a poteri benefici, mentre quelle negative evocavano conseguenze sfavorevoli, dando vita a pratiche rituali e superstiziose.
Oggi, anche se la credenza nel kotodama ha subito un’evoluzione significativa, l’idea che le parole possano influenzare la realtà rimane profondamente radicata nella cultura giapponese. Alcuni esempi includono l’evitamento di parole tabù nei matrimoni e la cautela nell’uso di nomi di oggetti o luoghi. Ad esempio, il numero quattro (四, “shi”) è spesso evitato per la sua somiglianza con il kanji per morte (死, “shi”). Questa associazione ha portato a pratiche di cambiamento dei nomi, come nel caso della città di Shikotsu, che nel 1805 ha modificato il proprio nome in Chitose, evocando longevità e prosperità.
Inoltre, il kotodama è presente nella letteratura e nella cultura pop giapponese contemporanea. Anime, manga e romanzi moderni esplorano il potere del linguaggio e le sue implicazioni, offrendo una nuova generazione l’opportunità di riflettere su questo profondo legame tra parole, realtà e spiritualità.
La consapevolezza del potere delle parole, quindi, non è solo un retaggio del passato, ma una guida per il presente e il futuro, invitando a riflettere su come ogni parola pronunciata possa avere un impatto significativo sul mondo.