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Esselunga nel post Caprotti: vendite per 8 miliardi nel 2018, debiti dimezzati

In attesa del passaggio societario che porterà per intero l’impero Caprotti nelle mani di Marina e di sua madre, Giuliana Albera, rispettivamente terza figlia e vedova del patron Bernardo, buone notizie sul fronte dei risultati economici del Gruppo Esselunga. Che, nel 2018, ha realizzato vendite per 7.914 milioni, in crescita del 2,1% rispetto ai 7.754 milioni del 2017.

Debiti dimezzati

Continua anche a crescita dell’e-commerce (+28%) che ha superato i 236 milioni di vendite e rappresenta oggi il 3% del totale. A fine dicembre l’indebitamento finanziario netto si è dimezzato a 436 milioni (era arrivato a 848 milioni a fine 2017 dopo l’acquisto di Villata Partecipazione e l’emissione di bond per 1 miliardo) grazie ad una forte generazione di cassa.

Esselunga: il 100% a vedova e figlia di secondo letto di Bernardo Caprotti, le notizie del 15 gennaio 2019

Si chiude con un accordo la saga dell’impero Esselunga lasciato dal patron Bernardo Caprotti. Marina Caprotti e sua madre Giuliana Albera, che controllano il gigante della Gdo Esselunga, hanno esercitato il diritto di acquisto delle azioni della controllante possedute dai due figli nati dal primo matrimonio, Violetta (nella prima foto sotto con il padre) e Giuseppe Caprotti (nella seconda foto), che insieme rappresentano il 30% del capitale. Esselunga, recita una nota, è stata informata che il prezzo d’acquisto verrà determinato da terze parti indipendenti.

Il testamento del 2016

Inoltre, gli azionisti di Supermarkets Italiani hanno comunicato che è possibile che una parte rilevante del prezzo d’acquisto, da corrispondere agli azionisti, potrebbe essere finanziata attraverso il ricorso al debito. Nel suo testamento, lo storico fondatore della società scomparso nel 2016, aveva affidato appunto il 70% della holding a Giuliana e Marina, e il 30% restante a Giuseppe e Violetta, ai quali era andato anche il 45% della società immobiliare.

L’evoluzione successiva

Nel 2017, poi, i due rami della famiglia avevano raggiunto un’intesa per l’uscita di Giuseppe e Violetta dal capitale di Villata partecipazioni, la stessa società che gestisce gli immobili. Nella stessa occasione, Giuliana e sua figlia avevano ottenuto un’opzione call per acquisire le azioni di Giuseppe e Violetta entro 4 anni nel caso non fosse andata in porto l’opzione Ipo, con tanto di quotazione in Borsa, inizialmente prevista per quella quota.

Esselunga, guerra per l’eredità: spunta il banchiere che può far fuori i figli grandi, le notizie del 26 gennaio 2017

Gli eserciti degli eredi di Bernardo Caprotti sono schierati. Tre sono gli studi legali: ci sono l’avvocato Giuseppe Lombardi per la vedova Giuliana Albera e la figlia Marina (nella foto d’apertura, a cui è andato il 70% della cassaforte Superit, che detiene la catena di supermercati), il legale Roberto Casati di Cleary Gottlieb che rappresenta Giuseppe Caprotti, e Bonelli Erede per la sorella Violetta. Tutti pronti a scatenare una guerra, che sarà lunga, se non salta fuori un accordo.

I sospetti dei figi di primo letto

I figli di primo letto del patron di Esselunga (sopra), infatti, vogliono vederci chiaro e capire se, dai lasciti, è stato occultato qualcosa violando così la quota legittima che la legge riconosce loro per il patrimonio di famiglia. E molto sembra giocarsi intorno al 30% dei Superit che deve andare ai fratelli tanto osteggiati dal padre, morto lo scorso anno.

Il ruolo del banchiere “salvatore”

È a questo punto che salta fuori il banchiere Giovanni Tamburi (nella foto sopra) che vorrebbe rilevare la loro quota e si parla di una proposta che potrebbe essere avanzata a breve. Salverebbe così roba e famiglia? Probabilmente la roba sì, dato che scongiurerebbe una lotta per la divisione. Per la famiglia, invece, non ci sono molte speranze dato che i rapporti, ormai, sono ben più che deteriorati.

Comincia la guerra di successione, i figli grandi contro la vedova Caprotti, le notizie del 25 gennaio 2017

“Auspico che non ci siano ulteriori contrasti e pretese”: così scriveva Bernardo Caprotti a chiusura del suo testamento, ma l’augurio, che suona quasi più come in diktat, è stato infranto. A farlo i due figli maggiori del patron di Esselunga, morto il 30 settembre 2016, Giuseppe e Violett, da tempo ai ferri corti con il padre e che dalla parte più consistente dell’eredità – i supermercati – sono stati esclusi.

Le società contese

Secondo gli studi legali Casati e Bonelli Erede, infatti, c’è di che litigare ancora, ora che il babbo non c’è più. Sul piatto due società, la Dom 2000, immobiliare proprietaria di una dozzina di edifici quasi tutti affittati a Esselunga, e la Edilizia del Lauro srl, che controlla la residenza di famiglia, lo storico palazzo milanese di via del Lauro 4 (sotto).

Il valore di via Solari

Senza contare la trentina di milioni ricevuti negli ultimo 10 anni dalla seconda moglie di Caprotti, Giuliana Albera, amministratrice della prima, Giuseppe e Violetta sostengono che i ricavi della Dom 2000 – 15 milioni con 3,4 di utili – siano sottostimati. Stesso discorso l’edificio della Esselunga di via Solari a Milano, valutato prudenzialmente 35 milioni.

Aria condizionata da 65.000 euro all’anno

“Solo” 16 milioni invece è valutato il palazzo storico di famiglia, composto da varie migliaia di metri quadrati. Peccato che, spese alla mano, debba essere rivalutato. Nel 2015, infatti, per l’aria condizionata sono stati spesi 65.000 euro e per l’abbonamento alla tv satellitare sia stato pagato un importo di oltre 15.000 euro. Più del personale, sottolinea il quotidiano La Repubblica, che ne costa 76.000, inclusi tfr e oneri sociali.

Esselunga: la vedova e la figlia di Caprotti accettano formalmente l’eredità, le notizie del 10 novembre 2016

Hanno accettato ufficialmente nello studio notarile Marchetti l’eredità destinata loro da Bernardo Caprotti nel testamento aperto lo scorso 5 ottobre, dopo la morte del patron di Esselunga. Ad averlo fatto sono Giuliana Albera, la vedova, e la loro figlia Marina Sylvia e in modo “puro e semplice” hanno confermato la fusione del loro patrimonio con quello di Caprotti, che già nel 2011 aveva donato loro un pacchetto azionario di Esselunga. Ora madre e figlia controllano il 70% di Supermarkets a cui Esselunga fa capo.

Altri bene dal patrimonio non citati nel testamento

Ma non è finito. In qualità di eredi universali, hanno diritto a ricevere il 50% di quando non espressamente citato nel testamento. Nel patrimonio finiscono così circa 300 quadri di una collezione privata che potrebbe includere l’olio della Vergine col coniglio bianco di Manet, se il Louvre di Parigi non dovesse accettarlo dato che Caprotti ha chiesto di esporlo accanto a un Tiziano originale.

Incerta la sorte dei figli di primo letto

Ancora nessuna notizia invece sul patrimonio destinato ai figli di primo letto di Caprotti, Violetta e Giuseppe (nella foto sopra). Ancora in valutazione l’esatto ammontare del patrimonio e soprattutto occorre capire se il padre ha messo in vita altre barriere ai figli allontanati tra il 2004 e il 2011 da tutte le posizioni importanti di Esselunga.

La segretaria ereditiera: “Caprotti non mi aveva detto niente dei 75 milioni”, le notizie del 26 ottobre 2016

Ma quanto stava a cuore a Bernardo Caprotti Germana Chiodi e perché? Le risposte mancano, al di fuori della ristretta cerchia dei vertici di Esselunga e delle lapidarie risposte della signorina Chiodi stessa, ma ieri si è saputo che alla storica segretaria del fondatore e proprietario di Esselunga, vanno 75 milioni di euro, ossia la metà dei risparmi di Caprotti, un “super-premio” non c’è che dire a una signora che è entrata giovanissima, neanche ventenne, in Esselunga e ne è uscita da dirigente di primo piano.

La fedele collaboratrice (in apertura e qui sopra è la bionda in una rarissima foto) che ha già una pensione da dirigente e mantiene un contratto da consulente con Esselunga e aveva già avuto dal fondatore donazioni per dieci milioni di euro a cui si aggiungono due quadri valutati da Sotheby’s 200.000 euro l’uno, aggiunge ora altre decine di milioni alle sue ricchezze.

“La beneficenza non va pubblicizzata”

A raccontare a Repubblica qualcosa della maxi eredità è lei stessa, ancora al lavoro a Limito di Pioltello. “Il Dottore mi aveva anticipato che mi avrebbe menzionato nel suo testamento”, ha detto Germana Chiodi, “e io nel mio sosterrò tanti degli enti benefici a cui negli anni lui aveva elargito somme importanti in silenzio, perché sosteneva che la beneficenza non va pubblicizzata”.

“Rimarrò se me lo chiede la famiglia”

Sul motivo per cui è rimasta in azienda, spiega: “Quando ho maturato la pensione Bernardo mi ha chiesto di rimanere a lavorare finché c’era lui e io sono rimasta, ma ora senza di lui c’è il vuoto, anche in azienda si sente tanto la sua mancanza. Adesso non so che farò, rimarrò solo se la famiglia mi chiederà di restare ancora per un po’”.

“Caprotti era un genio anche a 80 anni”

Del rapporto con il patron di Esselunga ricorda: “Facevo come le commesse, me ne andavo dall’ufficio un secondo dopo che era uscito lui. Caprotti era un genio anche a 80 anni, aveva la capacità di riempire le stanze, di trascinare le persone. Mi piaceva stare con lui, ci stavo più tempo possibile, mi impegnavo e cercavo di dargli il più possibile. Gli ho voluto bene e lui ne ha voluto a me”.

15 milioni ciascuno ai 5 nipoti

Invece ai 5 nipoti dell’imprenditore, Fabrizio e Andrea (figli del fratello minore Claudio) e ai tre figli di Giuseppe Caprotti è destinata l’altra metà dei conti correnti e titoli di Bernardo, vale a dire 15 milioni a testa.

Le notizie del 10 ottobre 2016

“Con tanto affetto mi ha seguito negli anni, anche nelle mie cose personali” perché “custodisce il ricchissimo archivio che narra anche le molte dolorose vicende familiari oltre che aziendali”. Lei è Germana Chiodi e queste sono le parole di Bernardo Caprotti che, dal 1968, l’ha avuta neanche ventenne al suo fianco come fedele segretaria divenuta consigliera personale e collegamento con la dinasty del patron di Esselunga. Ma di Germana non esistono foto nella rete. Come se una mano esperta le avesse fatte sparire.

Donazione da 10 milioni 3 anni fa

Tuttavia, nel testamento, non è stata dimenticata e a lei sono andati due conti titoli depositati su Credit Suisse e Deutsche Bank e un conto corrente aperto sempre presso la banca tedesca. L’esatto ammontare verrà stimato nelle prossime settimane, ma Germana Chiodi già 3 anni fa aveva ricevuto da Caprotti una donazione da 10 milioni di euro. Il riconoscimento di una vita trascorsa in azienda, sempre accanto all’imprenditore fin dai tempi in cui era diventato amministratore delegato di Supermarkets Italiani e consigliera ascoltatissima nelle vicissitudini con i figli Giuseppe e Violetta, allontanati dal padre.

È diventata capo della segreteria

Alla fine degli anni Sessanta non si andava oltre la ventina di dipendenti e la precedente gestione del gruppo Rockfeller era stata deludente per i supermercati . Così Caprotti si mise al lavoro ascoltando sempre i consigli di Germana, divenuta con gli anni capo della segreteria di Esselunga, oltre che riferimento per la seconda moglie di Bernardo, Giuliana Albera (nella foto sopra con il marito), e della figlia Marina Sylvia, oggi plenipotenziarie dell’azienda in attesa della vendita.

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Redazione