
Il mais OGM sarebbe conveniente e innocuo. Lo teorizza uno studio italiano che ha elaborato i dati raccolti nel corso degli ultimi 21 anni di coltivazioni transgeniche, dal 1996 al 2016. Una conclusione scientifica, ma parziale, secondo ambientalisti e critici degli Ogm, cui peraltro appartiene il 69% degli italiani, secondo Coldiretti.
Lo studio si Scientific Reports
Lo studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica Scientific Reports è firmato da un team della Scuola superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa. Dopo avere analizzato i dati apparsi in precedenti lavori scientifici, i ricercatori hanno concluso che le coltivazioni di mais OGM hanno una resa superiore a quelle convenzionali, variabile dal 5,6 al 24,5%, aiutano a limitare gli insetti nocivi ai raccolti e riducono la presenza di contaminanti pericolosi, come le micotossine (- 28,8%) e le fumonisine (-30,6%).
Critiche allo studio
Il lavoro scientifico però non convince tutti. Marco Affronte, europarlamentare dei Verdi, fa notare che lo studio “Si occupa solo di mais (la seconda coltura Ogm al mondo, dopo la soia, ndr) e solo nei Paesi del Mondo Occidentale”. Poi spiega, “Ovviamente non ci permettiamo di discutere il risultato di questo studio scientifico, anche perché per me la scienza è un faro nelle decisioni politiche. Ma possiamo obiettare su quali siano le conseguenze. E cioè: dato che questa ricerca dice che non è dannoso, allora gli OGM sono buoni per l’uomo? Assolutamente no”.
Una posizione condivisa dai coordinatori dei Verdi e fondatori della Lista Insieme, Angelo Bonelli (al centro della foto qui sopra) e Gianluca Carrabs, che sulla presunta innocuità degli Ogm affermano: “Certamente fanno malissimo alla biodiversità e alla tutela dei prodotti tipici del nostro Paese e del Pianeta”.
I dati mancanti
A leggere criticamente lo studio pisano interviene anche Dario Dongo, autore del libro “Ogm, la grande truffa” (scaricabile gratuitamente qui).
L’avvocato esperto di diritto alimentare, fondatore del sito greatitalianfoodtrade.it, osserva che nel lavoro dei ricercatori di Pisa mancano informazioni essenziali per ipotizzare l’utilità delle colture di mais Ogm.
“Nessuno studio è stato considerato per l’impatto sulla biodiversità e le emissioni di Co2 del sistema produttivo biotech. Inoltre solo il 6% degli studi valutati sono stati eseguiti in Sudamerica, dove gli Ogm rappresentano la quasi totalità delle coltivazioni di soia e mais. Mentre il 74% delle ricerche condotte proviene dal Nord America, nella quasi totalità dagli Stati Uniti, dove è basata Monsanto, già distintasi per avere manipolato i dati della ricerca scientifica al preciso scopo di rappresentare una realtà – in termini di rese e di contenimento dei pericoli – diversa da quella effettiva (i cosiddetti ‘Monsanto Papers‘)”.
Altro che innocui, gli Ogm sono nocivi per la salute
Altro elemento mancante nello studio pisano, nota Dongo, è la considerazione dell’impatto delle coltivazioni Ogm sull’ambiente e la salute degli esseri umani, oltre che delle specie animali. La grande minaccia è il largo impiego di pesticidi ai quali le piante Ogm sono programmate per resistere.
“Lo studio si è limitato ad annotare la riduzione di micotossine sui raccolti di piante trattate in abbondanza con pesticidi ad ampio spettro, come il glifosato, senza tuttavia considerare alcuno dei numerosi studi – non ultimo quello della Iarc, Agenzia Oms per la ricerca sul cancro – i quali invece attestano con certezza gli effetti negativi del glifosato e altri pesticidi sul sistema endocrino, oltre alla loro probabile cancerogenicità e mutagenesi”.
I veleni finiscono nelle falde
Rischi che riguardano tutti, considerato che i veleni finiscono nelle falde acquifere, attraverso la percolazione nel sottosuolo. Uno studio pubblicato nel 2014 sul Journal of the American Water Resources ha confermato la presenza di glifosato e AMPA (altro micidiale veleno) su terreni e sedimenti, fossi e canali, piogge, fiumi e torrenti, laghi e stagni, paludi, acque profonde e di superficie, nei 38 Stati USA monitorati per 10 anni.
Dubbi gli incrementi di resa
Anche il bilancio effettivo degli incrementi di resa offerti dal granturco Ogm viene messo in dubbio.
“L’aumento delle rese andrebbe considerato valutando l’impatto economico per l’agricoltore, che deve acquistare semi (sterili, da ricomprare ogni anno) e pesticidi, il cui uso è in continuo aumento a causa della crescente resistenza dei parassiti a queste molecole”, dice Dongo. “Va inoltre sottolineato che il 75% del mercato globale di agrotossici e sementi è nelle mani di 6 colossi multinazionali, che già ora controllano i tre quarti dell’agricoltura globale. L’incremento dell’uso di Ogm condurrà alla dipendenza dell’agricoltura mondiale da queste Corporation”.