C’è l’amore volubile e l’amore fedele, c’è l’amore che è un sogno e l’amore che è sognato. E c’è chi si innamora. Succede in un libro spiazzante e coinvolgente, opera di Antonio Moresco, intitolato “Piccola fiaba un po’ da ridere e un po’ da piangere” (Rrose Sélavy Editore, 40 pagine, 14 euro) e destinato a lettori attenti, pronti alla risata che fa pensare, incapaci di superficialità. Dunque, i bambini ne sono giustamente i destinatari.
L’amore tra i bambini in termini surreali
Questa fiaba – piccola per la lunghezza ma che piccola non è affatto per i contenuti e per l’eccellenza del linguaggio – gioca sul tema eterno dell’amore. L’amore dei bambini e tra i bambini è affrontato in termini grotteschi, surreali, certamente divertenti.
La festa dell’invenzione linguistica, il gioco dichiarato e allegro sulla declinazione delle parole “proibite” attribuiscono ai bambini protagonisti di questa fiaba contemporanea soprannomi come Merdolino, Mozzarella, Formaggino, Cacarella, Prut…
Non manca una bidella-Budella e la maestra Slurp Slurp. La prima è una tipa che all’inizio si rivela una strega vendicativa e dopo una specie di fata-aggiustatutto. La maestra… ha la lingua lunga sul serio e la srotola come un camaleonte…
Tre domande fondamentali
Ma il tema vero è il sentimento, l’amore e le domande che con sé si porta. E proprio con tre domande fondamentali si conclude questo libro che ha, sì, un lieto fine ma lo rende problematico, carico di interrogativi, tanto perché la storia – prima da ridere e poi da piangere, ma solo un po’ – continui a lavorare nella mente dei lettori, sia bambini che adulti.
Dai 10 anni.